8 MARZO, IL COMPLICATO MONDO DELLE DONNE – MARIA

By Monica Bauletti
By Monica Bauletti

Appena sentivamo chiudere quella porta del terzo piano, Marco e io correvamo nel sottoscala del pianoterra. Zitti e ben nascosti aspettavamo con ansia che la signorina Maria scendesse le scale. Il ticchettio dei tacchi altissimi preannunciava il suo arrivo e allora noi spalancavamo gli occhi per ammirare quello spettacolo. Una minigonna sempre molto colorata, le calze nere a rete e poi su su fino a dove si poteva vedere. Sempre bellissima, truccata ed elegante, usciva in strada dove una macchina la aspettava.
La signorina Maria abitava nell’appartamento proprio sopra il nostro e il papà quando parlava di lei con la mamma, diceva che “faceva la vita”. Io non capivo, però la mia mamma diceva che la Maria era una ragazza tanto gentile e buona. Infatti spesso mi portava dei regali e mi piaceva tanto quando mi spettinava i capelli, mi guardava sorridente e mi dava un bacino sulla guancia. Un bacino così bello, che mi tenevo l’impronta sul viso per tutto il giorno. Aveva dei lunghi capelli neri e lisci, degli occhi verdissimi e una bocca che sembrava dipinta da un grande pittore.
D’estate, quando le scuole erano finite, spesso andavo al mercato con lei, così l’aiutavo a portare le borse della spesa. Mi piaceva tanto, perché Maria mi teneva per mano, poi comprava il gelato per me e sempre qualcosa da portare anche alla mamma.
Una domenica mattina verso le nove, bussarono alla porta.
“Apro io mamma.”
“Ciao Alberto, sei già sveglio? C’è la tua mamma?”
Era la signorina Maria. Sempre bellissima, ma quella mattina era diversa, senza trucco, con un vestito grigio scuro e i capelli raccolti in una lunga treccia.
“Buongiorno signora Marta, volevo darle una bella notizia: mi sposo e vado a vivere a Friburgo.”
“Maria, ma che sorpresa! E quando?”
“Oggi pomeriggio verso le tre passa il mio fidanzato Hans e parto con lui. Il tempo di completare le formalità necessarie e poi ci sposiamo in una chiesetta nella Foresta Nera penso entro la fine della settimana. Le manderò le fotografie e i confetti.”
“Così all’improvviso! Cara Maria mi dispiace tanto che vai via, ma sono contenta per te. Ma come fai a liberarti dal “contratto”?”
“Eh mi è costato un bel po’. Ma ora è tutto a posto. Ho anche trasferito il mio conto bancario in Germania, così quando arrivo non ho problemi. Ha pensato a tutto Hans. Volevo chiedere ad Alberto se oggi potrà aiutarmi a portare giù le valige.”
Ero molto triste e avrei fatto di tutto per farle cambiare idea, ma ero solo un bambino di undici anni. L’amavo profondamente e pensare di non poterla vedere più mi creava una vera disperazione.
“Alberto. Mi aiuterai? Sei triste perché vado via? Non ti preoccupare, un paio di volte all’anno dovrò tornare e così verrò a trovarti.”
Mi spettinò i capelli come al solito e smack un bel bacione sulla guancia.
“Ti chiamo prima delle tre, va bene?”
“Dopo mangiato, vengo io su da lei, così l’aiuto a preparare tutto. Va bene?”
Mi rispose con il suo sorriso.
Alle quindici esatte arrivò una grande Volkswagen bianca. Un omone grosso e alto caricò le valige, salì in macchina e mise in moto. Dal finestrino aperto Maria salutava sorridendo e mi mandò un bacio. Fu l’ultima volta che la vidi.
La sera dopo, ero seduto sulle scale insieme al mio amico Marco, quando arrivò trafelato mio padre con un giornale in mano.
“Marta, Marta. Leggi qui!” La mamma lesse il giornale, si appoggiò al muro e scoppiò a piangere.
“Ma papà cosa è successo?”
“La signorina Maria. L’hanno trovata morta in un’area di servizio dell’autostrada per il Brennero. Devono averla ingannata, derubata di tutto e uccisa.”
Piansi a lungo anche se non riuscivo a capire bene cosa fosse successo.
“Ma non doveva andare a sposarsi? Era così felice.”
Ancora oggi che ho 44 anni, penso spesso a Maria, con tanta nostalgia, dolcezza e amore.
E’ stato il mio primo vero amore.

Questo racconto non è mio

Monica Bauletti

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