“Ho imparato con il tempo a capire che chi ti ama, chi ti vuole stare vicino, non ha problemi a gestire il tuo corpo. A parte i timori di sbagliare o di farti male, timori che si superano con l’esperienza. Tu sei nudo quanto lo è lui, nudo di fronte alla propria fragilità. Che è la tua, ma è anche la sua. Ho imparato a lasciarmi toccare, aiutare, cullare. Amare. Amarmi.“

Autore Barbara Garlaschelli
Prezzo Sconto -15% € 10,20
(Prezzo di copertina € 12,00)
Dati 2014, 129 p., brossura
Editore Laurana Editore (collana Rimmel narrativa italiana)
Disponibile in eBook a € 4,99
Mi piace iniziare questa breve recensione con alcuni GRAZIE.
Grazie Barbara Garlaschelli per aver condiviso questa esperienza dolorosa e tremenda.
Grazie per tutto quello che hai detto e anche per quello che hai taciuto.
Grazie per lo stile diretto, sereno e “normale” che hai adottato per parlare di te.
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La narrazione inizia con frasi brevi, incalzanti. Un martellare che spinge il lettore dentro il racconto:
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“Prima è l’acqua, poi lo schianto, poi il dolore. Poi è di nuovo l’acqua. … Galleggi come una bottiglia con dentro il messaggio. Se è un sogno, è un brutto sogno. Se è la realtà, pensi, sono morta, perché attorno continua a essere solo acqua. Voci, risate, movimenti ti arrivano attutiti. Sono vicini, molto vicini, ma è come se fossero un altro mondo. Sono un altro mondo… Non respiri, sei lucida. Senti sapore di sangue, ma non respiri. L’aria nei polmoni si sta esaurendo, ma non respiri. Se respiri, sei morta. Ascolti il tuo corpo. Sta urlando. Non respiri.”
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Inizia così, descrivendo l’incidente, in modo sobrio. Sintetico è il tono, tanto che il lettore diventa subito uno spettatore e guarda la veloce sequenza delle immagini un po’ tifando, un po’ soffrendo, partecipe e curioso.
Il tema è delicato, delicatissimo, fragile e difficile. Un argomento che solo dal di dentro si può descrivere credibilmente. Attraversare un’esperienza che cambia totalmente ogni prospettiva futura e avere la tenacia di non voler cambiare gli obiettivi finali trovando la forza di arrivare alla meta percorrendo strade alternative impervie e frenanti è una grande lezione di vita. E qui ci sta un altro grazie.
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L’alternanza dei punti di vista dona respiro alla narrazione e il dramma diventa condiviso. E’ palpabile la presenza e la partecipazione di un coro di affetti che supportano la protagonista. E’ una gara di solidarietà che coinvolge anche il lettore illudendolo di farne parte pur rimanendone estraneo. La corsa contro il tempo per il recupero della maggior parte delle funzionalità vitali trasmette un’idea di entusiasmo che non può esserci ma che c’è.
Il tutto risulta un mix fatto di rapide azioni, di sentimenti e umori altalenanti, di dolori e delusioni e alla fine di piccole conquiste.
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“Com’è possibile essere così mentalmente autonoma e fisicamente dipendente. Ti domandi come sarà possibile conciliare i due estremi. La risposta arriverà da sola, con il tempo, e sarà di una banalità e profondità sconcertanti: la risposta si chiama accettazione.”
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Ed è impossibile, leggendo queste pagine, non pensare a un amico, un parente, un conoscente e trovare nuove consapevolezze a illuminare la via degli approcci sereni.