Il cuore aspro del Sud
Il cuore aspro del Sud è il secondo romanzo dell’Autrice Coralba Capuani (il suo romanzo d’esordio è Giù all’Ammeriche).
Il cuore aspro del Sud è un romanzo a sfondo storico con il quale l’autrice pone attenzione alla situazione irrisolta del Sud d’Italia andando a scavare tra le radici della pianta rigogliosa che ha dato i frutti tossici che inquinano da sempre i rapporti tra nord e sud, tra stato e criminalità.
Il romanzo si ambienta nell’entroterra abruzzese tra i monti e i boschi degli Appennini dove trovano rifugio sicuro i banditi. Fenomeno piuttosto diffuso durante il Risorgimento quale espressione di un disagio sorto dallo stato di miseria popolare che ha visto il brigantaggio assumere consistenza e peso a più riprese nei secoli fino all’epoca moderna, sfogando in vere e proprie guerriglie e scontri a fuoco.
L’autrice ci parla di una generazione di giovani orgogliosi e intrepidi, sorretti dall’amore per la propria terra, dall’ideale di libera appartenenza, ribelli e disposti a rischiare la vita per difendere un’identità incompresa e ignorata da un governo disattento, da uno stato padrone troppo intento a costruire il Regno d’Italia (1861), concentrato a promulgare leggi per organizzare l’unità del territorio e sordo alle necessità di popoli tanto diversi per cultura, condizioni sociali, usi e costumi.
Difficile omogeneizzare un nord e un sud tanto diversi imponendo leggi che trascuravano le reali necessità dei popoli e che poco si adattavano alle diversità territoriali e culturali di questa Italia frastagliata e stesa sul mediterraneo da un mattarello impazzito tra le mani di un fornaio pasticcione.
A tutto questo va aggiunta la miseria in cui stanziavano i territori già saccheggiati dai ricchi proprietari terrieri. Non era pensabile che venisse accettato l’aumento delle tasse e dei prezzi sui beni di prima necessità imposti da un governo dell’estremo nord occidentale che poco conosceva lo stato dei territori che si poneva a governare. Da qua il dilagare del fenomeno del brigantaggio, un fenomeno che andò inasprendo fino ad assumere le dimensioni di una guerra civile dove numerosi giovani persero la vita incapaci di abbracciare l’ideale di un’Italia unita, ma realmente traviata.
Questi alcuni spunti da cui sorge la Questione Meridionale, ancora irrisolta e ancora dibattuta, dove persistono per forme e aspetti diversi, diversità e contrasti socio-culturali contrapposti agli interessi economici di governi che legiferano concentrati alla quadratura di un bilancio che non contempla ancora oggi le diversità di un territorio eterogeneo come il nostro.
Un Sud dal cuore aspro quindi, perché genuino e ligio al patto d’onore. Dove il valore delle parole arrivava bel oltre la legge, dove le leggi tramandate di padre in figlio, sorrette dagli insegnamenti religiosi, dettavano le regole di vita e del buon costume innanzitutto, oltre ogni altro dovere e diritto.
La trama si sviluppa tra il 1861 e il 1863 con qualche rimembranza nel passato della protagonista Lucretia (Contessa che vantava discendenze dalla nobiltà anglosassone) risalenti al 1835, nonché qualche sguardo agli anni che seguirono scavando nel passato delle altre comari del paese durante lo svolgimento delle indagini seguite dal Tenente dei Carabinieri, Corrado, impegnato a risolvere il piccolo thriller che vivacizza la storia e anima la trama. Tutto questo contribuisce ad entrare nell’atmosfera dell’epoca, fatta di credenze, di patti d’onore e misere vergogne, tradimenti taciuti, rivelazioni scandalose, segreti peccaminosi.
Molto ben costruito il personaggio della bella contessa, Lucretia che da ragazza capricciosa, animo ribelle, passa dalla tipica crudeltà di una giovinezza repressa, all’amabile comprensione della maturità forgiata dalla sofferenza e addolcita dall’amore. Come pure Ada, la giovanissima soldatessa che insegue il suo amore e per amore affronta la morte. Ben collocato il Tenente Corrado. Ottima la scelta di inserire un ufficiale piemontese nel contesto meridionale a mitigare il divario Nord e Sud mettendo in risalto l’umanità contrapposta alla legge.
Romanzo avvincente ben narrato con un linguaggio scorrevole anche se subisce le sfumature dialettali del tempo favorendo tuttavia l’immersione del lettore nell’epoca e nei luoghi ben descritti.
Una lettura che serve a percepire i motivi di certi divari, che illumina sulle cause del brigantaggio e, senza giustificare, cerca di spiegare i motivi e le origini delle lotte di quella che oggi chiamiamo Questione Meridionale.
L’ha ribloggato su 3°m Terzo Millennio – Rivista Letteraria no profit – Registrazione Tribunale di Barcellona P.G. (Me) – n° 70/2009 del 01-6-2009.
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