E se poi l’imprevedibile succede finisce il senso di ciò che siamo.
Tutto si mescola, la luce e il buio, oggi e domani, bene e male, amore e odio
nell’immobilità dell’occhio del ciclone.
È l’indifferenza l’ancora di salvezza? La morte ha tutte le risposte?
Che fai?, ti fermi e non corri più?, perché è la pace tutto ciò che vuoi.
Ti basta il sonno che ti fa dormire e un po’ di fame che rende buono il pasto.
Viviamo accanto a solitudini, ciechi ai bisogni altrui.
Quando il dolore divora ogni emozione e pensi solo a quel che non è stato,
a l’attimo imprevisto che non ti ha perdonato e non si torna indietro se non eri preparato,
non c’è un “riprova dai!, sarai più fortunato” perché la morte va sul binario di sola andata.
Chi sopravvive alla violenza altrui è vincitore e vinto perché il cuore batte, ma sa di sangue,
di ferro e lacrime il giorno dopo ogni mattanza e non importa che tu sia stato lì,
e non importa chi ci sia stato, ci fosse o non ci si sia più,
era qualcuno, che come te, voleva continuare a esserci ancora un giorno in più.