Ore 0:15, è sempre puntuale il treno di Maura. Gino aspetta di sentirlo passare, di là dal fiume, pochi metri in linea d’aria. L’Intercity Notte non ferma alla stazione e passa veloce. Maura sapeva scegliere. Lei conosceva bene i treni.
Il bicchiere vuoto, l’eco spento dalla galleria e il buio assoluto sono tutto ciò che Gino aspetta per chiudere le sue lunghe giornate. Domani la sveglia suonerà come ogni mattina, alla solita ora. La sveglia di Maura. Lei si alzava alle sei e trenta, metteva il pentolino dell’acqua sul fuoco e poi andava in bagno. Gino restava a letto ancora un po’. Ascoltava l’acqua scorrere e immaginava Maura sotto la doccia. Aspettava il brivido mattutino che quel pensiero scaricava ungo la schiena e innescava la molla che lo faceva alzare. In cucina l’acqua bolliva di già. Spettava a lui preparare le tazze con le bustine di te, i biscotti lo yogurt e i cereali, la marmellata le fette e la ricotta. Maura usciva dal bagno in accappatoio e si vestiva in camera. Gino sapeva che si infastidiva sentirsi osservata in quel momento del mattino mentre doveva decider che cosa indossare. Lei non si piaceva mai, aveva bisogno di solitudine per accettare i difetti e ignorare le sue imperfezioni. Un paio di prove davanti allo specchio e poi, convinta oppure no entrava in cucina per la colazione.
Gino trovava sempre il modo di entrare in camera mentre Maura provava i suoi cambi d’abito, fingeva di non guardare. Fingeva. Dieci minuti per la colazione, a volte un quarto d’ora, l’ultimo passaggio in bagno per lavarsi i denti e un bacio veloce al sapore di menta prima di uscire.
“Ciao, io vado. buona giornata ci vediamo a pranzo”.
Gino esce di casa alle otto, ma la sveglia suona ancora alle sei e trenta. Non ha toccato nulla. La segreteria telefonica porta ancora il messaggio con la voce di Maura. Le piante sono morte però. Quelle non le ha sapute curare. Molte altre cose sono cambiate. Il mobile bar è sempre vuoto, e sono le bottiglie di whisky a scandire i giorni che passano.
Ora le vite sono diventate due. Parallele. Scorrono sul binario che Maura ha voluto lasciargli in ricordi si sé.
Gino lavora, si ferma a pranzo con i colleghi, passa a far visita ai genitori e poi ritorna nel modo di Maura. Beve e aspetta il treno delle 0:15.
M.B.