Quello che dice…, e non dice la copertina
l’Immagine sulla destra presenta Berta di Savoia come una regina sfuocata, non ben delineata, così come emerge dai testi di storia. Lei è stata l’ultima Imperatrice del Sacro Romano Impero. Di lei si parla poco, o affatto, nei testi, nessuna biografia fu scritta, nessuno scritto le fu mai dedicato né dagli storici del tempo né in seguito, nessun biografo storico ha mai pensato di scrivere qualche pagina sulla vita di questa triste regina. Ho faticato a ricostruire la personalità di questa figura che rivestì un ruolo di semplice comparsa in rari episodi, ma la cui funzione nei momenti cruciali fu determinante per l’impero di Enrico IV. Una donna affascinante, a mio parere, e di forte impatto, dotata di una grande sensibilità e devozione. Qualità importanti in una Prima Donna consorte di leader. A mio avviso un modello esemplare, forse il primo, di “first lady”.
nella IV^ di copertina è tutta per Berta che fila: ,la leggenda.
Nella foto c’è la Torre di Berta che ancora resite in cima a Monte Castello a Montegrotto Terme. È ben visibile da diverse prospettive del paese anche se lambita dalla vegetazione che, libera, cresce tutta intorno. È un vero peccato non sia visitabile, ma il Monte Castello è proprietà della famiglia Sgaravatti e non si può accedere alla sommità senza permesso.
Oltre alla torre, dell’antico castello medioevale sono ancora presenti le rovine della cisterna, le fondazioni dell’edificio crollato e una seconda difesa collegata alla porta di accesso. Il castello faceva parte di un “feudum”, e quindi di una “curtis”, concessa in enfiteusi dall’abate del monastero di San Silvestro di Nonantola (Modena) ai membri della famiglia dei “da Montagnon”.
Questa è storia.
La leggenda invece vuole proprietaria del territorio che oggi è Montegrotto Terme (un tempo conosciuto come San Pietro Montragnon) Berta che fila.
La leggenda narra che la regina commossa dal gesto di gratitudine della poveretta che le porge l’unica sua ricchezza: un rocchetto di filo prodotto con le sue mani, le concede “tanta terra quanta ne poteva contenere il filo donatole”.
Quindi, nell’angolo a sinistra, il rocchetto di filo che traccia i confini di Montegrotto Terme.
Una sintesi del romanzo è presentata nella copertina, ma la storia ci parla di molti altri personaggi: di Gregorio VII, il papa conosciuto per la sua riforma della chiesa e la lotta per le investiture. Si parla di Matilde di Canossa e della sua disastrosa vita sentimentale. Si parla di due figure innamorate che raccontano raccontandosi e del dramma di una malattia che non perdona. E molte altre cose che si possono cogliere lettura facendo.
Monica Bauletti