Ho lasciato sul tavolo della cucina il vaso di marmellata di fichi, quella che hai fatto tu.
Mi piace spalmata sulle fette integrali. Faccio colazione così, tutte le mattine, con una tazza di the verde al gelsomino. Il gelsomino non sa di niente, ma profuma di te.
Ho lasciato la sciarpa di lana appesa vicino alla porta, dove la mettevi sempre tu.
Mi piace saperla a portata di mano. Che se ti servisse non la cercheresti più.
Ho raccolto i miei sogni appesi sul filo del ricordo di te. Li ho piegati per bene.
Ho pulito la polvere e lucidato ogni cosa.
Ho lavato il mazzo di fiori secchi che tu hai composto nel cesto appeso al terrazzo. Il grigio si è sciolto e ora sembra tornata la primavera.
Ho imbastito progetti, ho percorso i sentieri tracciati da te, ma non ho capito. Nemmeno rifarli al contrario, neanche guardare più in là è servito.
Il treno correva veloce, il vento ci scompigliava i capelli. Tenevo lo sguardo sulla linea del tuo orizzonte. La meta comune mi rassicurava.
Ho raccolto i miei sogni appesi sul filo del ricordo di te. Li ho legati col nastro di raso.
Ho trovato il vuoto delle frasi taciute. Ho sentito il peso dei pensieri inespressi il rimorso dell’amore scontato.
Ho riletto le mail, i messaggi vocali. Ho ripreso il vestito in pulitura, disdetto la rivista che leggevi tu e la consegna del latte al mattino.
A tratti riguardo la meta, mi vedo ancora sul treno, ma il vento non lo sento più.
Ho raccolto i miei sogni appesi sul filo del ricordo di te. Li ho ricoperti di canfora, cannella e chiodi di garofano.
Monca Bauletti