Se ascolto ciò che voglio sentire,
che male c’è?
Se la menzogna addocisce i miei giorni,
che male c’è?
Se la speraresanza allontana la resa dei conti,
che male c’è?
Se ignoro il duello all’ultimo sangue,
che male c’è?
Se vedo un futuro senza scadenza,
che male c’è?
Se pretendo la vita oltre ogni ingiustizia e crudeltà,
che male c’è?
Il dolore arriverà, puntuale,
indifferente al tormento.
Il dolore dilata il tempo, il tempo amplifica il dolore.
Se ignoro il dolore che male c’è?