MONTEGROTTO TERME – storia e leggenda

SUL FILO DI BERTA

LE INVASIONI BARBARICHE

 Verso l’anno 1000

Il destino di questi luoghi fu legato a quello di Roma e del suo impero: mano a mano che si avvicina a quel fatidico 476 d.C., anno convenzionale della caduta dell’impero romano d’Occidente, si registra un progressivo decadimento della zona termale, attribuito alle scorrerie di Attila e dei suoi Unni, a fenomeni di bradisismo, a incapacità “gestionale” dell’amministrazione centrale.

Il palazzo, i bagni pubblici e le piscine erano ormai cadenti, danneggiate dal tempo e dalle distruzioni dei barbari, le strade e i giardini abbandonati e incolti.

teodorico

Un importante documento datato 507/511 d.C., (1)è una lettera con la quale il segretario di re Teodorico, Cassiodoro, invita l’architetto padovano Aloisio a prendersi cura delle Terme. Cassiodoro, che sicuramente le aveva visitate, nella lettera esaltava la bellezza e l’entità delle opere e degli edifici termali e deplorava il loro stato di abbandono.cassiodoro

Questo non vuol dire…

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Il misterioso caso di Claudia Toreuma

SUL FILO DI BERTA

Il misterioso caso di Claudia Toreuma

Thriller storico

un caso irrisolto risalente ai primi anni 50 d.C.

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Claudia Tourema era una bellissima fanciulla di origine greca.

liberta di Tiberio, giocoliera e mima di professione.Questa è la breve presentazione che si trova nei libri di storia.

Si evince che Claudia Tourema è nata schiva e che Tiberio, allora imperatore di Roma, le donò la libertà.  Fu lo stesso che prima di diventare imperatore di Roma venne a San Pietro Montagnon a consultare l’oracolo Gerione, lanciando due dadi d’oro dentro il lago, di per sapere quale sarebbe stato l’esito finale delle operazioni militari nella campagna di Pannonia

Ma come fece Claudia a conquistare la libertà? Fu forse per le sue doti artistiche? Per la bellezza?, o per altri meriti? Non lo sapremo mai.

Il ritrovamento del cippo funerario nella zona di Mandria, lungo la strada tra Montegrotto e Padova, fa…

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MONTEGROTTO TERME – storia e leggenda

SUL FILO DI BERTA

LE TERME E IL MISTERO DELLA GIOCOLIERA LIBERTA

I^ secolo d.C.

img_20180311_150506.jpgL’aspetto di Montegrotto all’epoca romana doveva essere questo: grandi edifici con colonnati adornati da capitelli fantasiosi, almeno un teatro forse in parte coperto, ville e residenze private che si estendevano fino alla odierna Abano, palazzi delle teme.

Nelle strade fin dal primo mattino innumerevoli carri, provenienti dalle campagne e dal porto fluviale di Padova, si mescolavano alle prime lettighe laccate in oro e intarsiate d’avorio, portate a spalla da robusti schiavi: i primi signori si recavano alle terme per curare gli acciacchi o gli eccessi che lo stile di vita imperiale aveva loro procurato.

I cappucci di cuoio dei facchini si inchinavano al passaggio di matrone dalle acconciature elaborate e orientaleggianti, o di impettiti uomini di governo dall’oratoria fluente.

Il centro di tutto stava nelle Terme, tutto era in loro funzione e sulle proprietà dell’acqua erano nate anche fantastiche…

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Berta c’è

La storia  riporta che Enrico IV e Berta di Savoia calpestarono le terre Euganee e che la regina cercò sollievo ai suoi dolori nelle acque salutifere delle teme.

La leggenda racconta il lieto fine di una tragedia grazie alla grande generosità di una regina di rara umanità per un tempo in cui la violenza era consueta.

Il romanzo ripercorre la storia e la leggenda raccontando gli intimi sentimenti dei personaggi del tempo.

berta la più bella

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https://www.tv2000.it/borghiditalia/2017/12/18/montegrotto-terme-padova-il-borgo/

 

MONTEGROTTO TERME – storia e leggenda

SUL FILO DI BERTA

I MITI,  CHE FASCINO!

27 a.C. – 14 d.C.

Sotto i Romani la sacralità della zona termale restò intatta, ma cambiò, per così dire, aspetto. Non possedendo una vera e propria mitologia capace di fare da sostegno alla fede religiosa, i romani sentirono generalmente la religione come qualcosa di utile socialmente e politicamente, basata soprattutto sull’osservanza di precise norme di culto. Ecco perché la zona termale di Montegrotto cambiò aspetto in maniera tanto significativo: non più i sentieri e le macchie di alberi che abbiamo immaginato per le processioni di fedeli di quattro o cinque secoli prima, ma un vero e proprio centro mondano valorizzato, otre che dalla sua importanza intrinseca, anche dagli splendori dell’età di Augusto (27 a.C. – 14 d.C.), d’altronde delle acque termali di questa zona si era occupato almeno in due passi della sua Naturalis Historia anche Plinio il Vecchio, considerato un’autorità scientifica ala sui tempo…

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Docili tormenti

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Ci sono forze devastanti che investono ogni cosa, sprigionano invisibili energie e trascinano cumuli di pensieri, smarriti, che vagano cercando rifugio nei sentimenti dimenticati.

Infuria l’intima tempesta in preda a strazianti dolori. La fede porge conforto ai cuori strappati in cerca di pace, la speranza da sollievo alle anime indomite.

La sofferenza travolge ogni cosa, la tristezza vince la gioia. Tutto intorno regna il grigio denso di nebbia che soffoca e comprime gli aliti liberatori. Nemmeno il pianto consola.

Verrà il giorno del dolce ricordo? Ritorneranno i mesti sorrisi a illuminare i volti? Dove scorre il sangue che sgorga dal cuore squarciato?

Innaffierò i fiori in attesa di nuovi colori. Solcherò le rapide verso la quiete della valle. Aspetterò paziente che il dolore diventi pace, che il ricordo diventi gioia, che l’amore diventi amore.

 

M.B.

 

 

MONTEGROTTO TERME – storia e leggenda

SUL FILO DI BERTA

La romanità delle Terme Euganee

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In questo quadro storico avvenne la dominazione romana, e si ebbe la “romanizzazione” della penisola: una dominazione tutt’altro che sgradita se pensiamo che i Veneti si sentivano sempre pericolosamente esposti alle scorrerie delle tribù galliche attestate ai loro confini; non si trattava evidentemente di salvaguardare l’indipendenza, quanto di scegliere a chi affidarla.

Nel 49 a.C., dopo essere stati a lungo socii, cioè alleati dei Romani, gli abitanti di Padova e della zona termale euganea diventarono cittadini romani per decreto di Giulio Cesare. Per le acque calde di questa zona, che curavano tanti malanni, si aprì un periodo di vero splendore.

In una campagna verde, ma quasi del tutto incolta, costellata di macchie di arbusti e di boschetti immersi in un silenzio sacrale, numerosi sentieri fra l’erba, beimg_20180225_121121.jpgn segnati dai piedi premurosi dei fedeli, dovevano portare al grande lago sacro…

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