RIPETIZIONI di Giulio Mozzi

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La domanda è:

dove finisce il vissuto e dove inizia l’immaginario?

È ricorrente questa curiosità leggendo le opere di Giulio Mozzi e in questo romanzo ancora di più.
Lo stile è inconfondibile, una firma inimitabile, è, più che mai, il punto di forza nella narrazione spoetizzata di un mondo in caduta libera.
Con esasperante normalità Giulio Mozzi ci propone azioni criminali moralmente inaccettabili e civilmente condannabili. La sua è una scrittura in bianco e nero, dove il bianco e il nero non assumono nessun significato, né mistico, né morale.
La narrazione scorre sul bordo affilato del dolore che nasce da un lutto passando poi attraverso l’abbandono per approdare nella rassegnazione. L’anafettivitá è il rifugio alla mancanza. L’anima giovanile impreparata al grande dolore congela gli affetti che restano imprigionati nei ricordi dell’infanzia quando fiducia e speranza non erano disattese.
La scabrosa sequenza delle immagini narrate diventa il normale  scorrere della vita…

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